

Félix Azzati
Félix Azzati y Descalci (1874–1929) fu una figura di spicco del repubblicanesimo valenciano, giornalista, politico e strenuo difensore del libero pensiero e del progresso civico. Fu direttore del quotidiano El Pueblo e stretto collaboratore di Vicente Blasco Ibáñez. Sotto la sua guida, la testata divenne uno strumento fondamentale per la cultura, l’istruzione e l’azione sociale nella Valencia del suo tempo.
Origini e formazione
Nacque a Cadice, all’interno di una famiglia di origine italiana. Suo padre, Giovanni Azzati, apparteneva a una generazione di italiani animati da ideali di libertà e giustizia, valori che trovano eco nell’ambiente intellettuale di Valencia, dove decise di stabilirsi con la sua famiglia.
A Valencia, Félix sviluppò un profondo interesse per la musica, la letteratura e il pensiero. Nonostante un percorso accademico irregolare, tradusse opere come quelle di Luigi Pirandello e conseguì la laurea in Giurisprudenza in età matura.
Percorso politico e giornalistico
Nel 1906 assunse la direzione di El Pueblo, dopo averne acquisito la proprietà da Blasco Ibáñez. Fu leader del Partito dell’Unione Repubblicana Autonomista (PURA) e venne eletto deputato per la circoscrizione di Valencia in più legislature tra il 1908 e il 1923. Ricoprì anche cariche municipali, giungendo a essere sindaco della città. La sua attività politica fu segnata da un’integrità esemplare e da un’etica pubblica riconosciuta persino dai suoi oppositori.
Nel 1929, affetto da una patologia alla voce, si sottopose a un intervento chirurgico realizzato dal dottor Antonio García Tapia, riuscendo a recuperare parzialmente la fonazione grazie a un dispositivo innovativo. Nello stesso anno vendette El Pueblo a Sigfrido Blasco-Ibáñez. Morì a Valencia il 20 giugno 1929; le sue spoglie riposano nel cimitero municipale della città.
Percorso massonico
La sua affiliazione massonica è ampiamente documentata: fu iniziato nella loggia Federación Valentina, appartenente al Grande Oriente di Spagna, dove adottò il nome simbolico “Zola” e raggiunse il grado di Maestro Massone il 29 dicembre 1908. La loggia aveva sede in Calle Conde de Montornés n. 3, a Valencia, condividendo i locali con altre officine come Patria Nueva e Blasco Ibáñez. Questo spazio rappresentò un punto d’incontro privilegiato per massoni, giornalisti e rappresentanti pubblici legati al pensiero progressista dell’epoca. Il suo fascicolo massonico è oggi conservato presso l’Archivo Histórico Nacional (Centro Documental de la Memoria Histórica).
Attualmente, il Triangolo Azzati, officina regolare con sede a Sagunto (Valencia), porta il suo nome in omaggio a questa figura esemplare. Inserito nel Rito Scozzese Antico e Accettato e sotto l’egida della Gran Logia de España, il Triangolo riconosce in Félix Azzati un simbolo di integrità, spirito critico e impegno per il miglioramento sociale. La sua vita continua a ispirare quanti, attraverso il lavoro interiore e la fratellanza, ricercano la trasformazione di sé e della società.
Fonti
López Casimiro, F. (2006). Deputati massoni durante il regno di Alfonso XIII (1903–1923). Isla de Arriarán, (27), 145–172.
https://dialnet.unirioja.es/descarga/articulo/6118186.pdfFerrer Benimeli, J. A. (2007). Blasco Ibáñez: Massoneria, libero pensiero e repubblicanesimo. Revista de Estudios Históricos de la Masonería Española, (2), 11–39.
https://dialnet.unirioja.es/descarga/articulo/1069271.pdfArchivo Histórico Nacional (Centro Documental de la Memoria Histórica). Sezione Massoneria: fascicolo di Félix Azzati Descalci, seg. CDMH, leg. 67, exp. 28.